Il generale normale

di Federico Smidile

Libere parole sulla questione del Generale “normale”

  1. Dal punto di vista penale non mi pare che via sia alcuna fattispecie di reato. Il disprezzo che il Generale mostra per determinate “categorie” di cittadini lo qualifica ma non gli può essere imputato penalmente. Perché accada, infatti, vi devono essere, e devono essere dimostrati dalla magistratura, fattispecie precise che leghino le sue parole ad azioni, sue o altrui, direttamente (o indirettamente ma comunque chiaramente), atti violenti o comunque illeciti compiuti dal Generale, o da altri ispirati dal Generale e dalle sue parole. Se questo non c’è, e non mi pare ci sia, non si può, e ci mancherebbe, perseguire il Generale.
  2. Che però è un funzionario della Repubblica (che comprende Stato, regioni, enti locali). Ciò che è lecito, anche se per me inqualificabile, da dire o scrivere ad un semplice cittadino non lo è per chi ha delle responsabilità nella Repubblica. La Repubblica, infatti, non ammette distinzioni di sesso, ecc (art. 3 Cost.) e questo divieto non è solo “legale” ma anche e soprattutto etico e morale. Anche a parole non si può, in particolare da chi occupa posizioni pubbliche di responsabilità, che non può offendere, discriminando nel rispetto, persone o “gruppi” che non ama. Su questo il Generale ha gravemente mancato al suo ruolo ed al dovere dei funzionari di svolgere i proprio compiti con disciplina ed onore.
  3. Che poi il concetto di “normale” è alquanto fluido. Quello che ci appare “normale” oggi non lo era cinquanta anni fa, ed il contrario. Si ricordi quanto detto dalla giornalista di sinistra De Gregorio. Lei ha usato espressioni inqualificabili, esattamente come quelle del Generale, che cinquanta anni fa erano usate di norma, ma che oggi, per fortuna, non lo sono più. Dire quello che lei ha detto è offensivo verso persone che non c’entrano nulla e che vanno tutelate, In passato era “normale” parlare così oggi no. Per fortuna. Come in passato era “normale” menare i bambini ed oggi, per fortuna, no. Il Generale dovrebbe rassegnarsi. Non gli piacciono certe persone? Amen. Problema suo. Il mondo va avanti… Dreyfus insegna caro Generale. E l’onore dell’armata si difende non dicendo cazzate o comunque cose non esattamente opportune.
  4. Risparmiamoci però gli antimilitarismi. Figure come Carlo Alberto Dalla Chiesa, militare dall’inizio alla fine dovrebbero far capire che non è corretto “avere paura delle uniformi” (su questo Murgia sbagliava!) e che l’esercito, nel mondo nuovo, ha ruoli e compiti importanti e che meritano rispetto. Per questo è bene che chi ne fa parte sappia limitare le esternazioni.

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