Il discorso dell’ambasciatore cinese
di Brunello Mantelli
Che sia questo a cui sta pensando il gruppo dirigente cinese?
Il testo che segue è la trascrizione del discorso che Gao Yusheng (ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Ucraina tra il 2005 e il 2007) ha pronunciato durante un recente seminario telematico organizzato dal Forum cinese dei 30 sulla finanza internazionale e dall’Accademia cinese delle scienze sociali. Il documento è stato pubblicato sul Web – e poi rimosso – da Phoenix News Media, società parzialmente controllata da Pechino. Gao sostiene che in Ucraina la Russia sia prossima alla disfatta e che ciò determinerà la fine dei progetti imperiali del presidente russo Vladimir Putin. Secondo l’ex ambasciatore, tale dinamica compatterà l’Occidente e rafforzerà gli Stati Uniti, implicitamente anche in chiave anticinese 1. Tale analisi potrebbe essere un segno delle crescenti perplessità di Pechino in merito all’utilità del sodalizio sino-russo, elevato ad «amicizia senza limiti» poco prima dello scoppio del conflitto. (g.c.)
- Il conflitto tra Federazione Russa e Ucraina è l’evento più importante dalla fine della guerra fredda. Infatti, sta creando i presupposti di un ordine internazionale nuovo rispetto a quello degli ultimi trent’anni. Nello scontro in corso, Mosca ha una posizione sempre più passiva e svantaggiosa. Diversi fattori rendono la sua sconfitta imminente.
Primo, la Russia è in declino. Questa dinamica è iniziata ancor prima della completa dissoluzione dell’Urss ed è legata anche ai fallimenti delle politiche interne ed estere attuate dalla cricca che guida il paese. Le sanzioni economiche occidentali hanno accelerato tale processo e danneggiato l’economia della Federazione. Il cosiddetto rilancio della Russia promosso da Vladimir Putin è falso, semplicemente non esiste. La parabola discendente del paese è evidente sul piano economico, militare, tecnologico, politico e sociale. Inoltre, si ripercuote negativamente sulla capacità delle Forze armate russe.
Secondo, il fallimento del Blitzkrieg segnala l’imminente sconfitta di Mosca. Le risorse finanziarie ed economiche del suo apparato bellico non sono quelle di cui dovrebbe disporre una superpotenza. Per di più, non bastano per sostenere una guerra ad alto contenuto tecnologico, il cui costo ammonta a centinaia di milioni di dollari al giorno. Il fatto che la sconfitta sia causata dalle scarse risorse a disposizione emerge sul campo di battaglia. Il protrarsi delle ostilità è un pesante fardello per Mosca.
Terzo, l’Ucraina è riuscita a controbilanciare i vantaggi militari ed economici russi con la propria resilienza e i cospicui, continui ed efficaci aiuti ricevuti. L’arretratezza russa rispetto agli Usa e ai paesi Nato in termini di tecnologia bellica e di dottrina militare ha aggravato lo svantaggio di Mosca.
Quarto, le guerre moderne sono necessariamente ibride. Prevedono attività militari, economiche, politiche, propagandistiche, di comunicazione, di informazione e di intelligence. La Russia non solo è passiva sul campo di battaglia, ma ha già perso in altre aree. È solo una questione di tempo prima che sia sconfitta definitivamente.
Quinto, Mosca vorrebbe terminare la guerra il prima possibile per mantenere il controllo dei territori che ha conquistato. Eppure non è più in grado di stabilire quando e come porre fine alle ostilità. Insomma ha fallito, ha perso il suo vantaggio strategico.
- Molto probabilmente la prossima fase della guerra sarà più violenta, intensa ed estesa giacché gli obiettivi di Russia e Ucraina sono diametralmente opposti. L’obiettivo basilare del Cremlino è assicurarsi la sovranità sulla Crimea e sull’Ucraina orientale. Ma Kiev non rinuncerà alla propria integrità territoriale. Tenterà risolutamente di prendere quelle zone con la forza.
Inoltre, gli Stati Uniti e la Nato hanno ripetutamente affermato di voler sconfiggere Putin. Recentemente, il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha indicato i tre risultati che Washington vuole raggiungere: l’Ucraina indipendente e libera; la Russia indebolita e isolata; l’Occidente forte, unito e risoluto. A tal fine gli Usa, la Nato e l’Ue hanno intensificato gli aiuti a Kiev. Washington ha approvato il primo Lend-lease act (una legge per velocizzare l’invio di aiuti miliari a Kiev, n.d.t.) dai tempi della seconda guerra mondiale. Poi ha internazionalizzato e istituzionalizzato il proprio supporto all’Ucraina durante il vertice con i ministri della Difesa di altri 40 paesi, a Ramstein. Soprattutto, il coinvolgimento diretto di Usa, Regno Unito e altri paesi nelle ostilità sta aumentando. Tutto ciò suggerisce che esse proseguiranno fino a quando la Russia non sarà battuta e punita.
- Il conflitto in corso pone fine al sistema di Jalta e cancella le reminiscenze della guerra fredda. Un nuovo ordine internazionale sta prendendo forma. La Russia ha ereditato dall’Unione Sovietica lo status di membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, le sue risorse belliche e larga parte dell’influenza che aveva sul piano politico, economico, sociale, culturale e ideologico. L’attuale politica estera del Cremlino fonde elementi dell’epoca sovietica con quelli di matrice zarista e mira a ricostruire l’impero tramite nuovi meccanismi multilaterali di integrazione in diversi settori dominati dalla Russia.
Il regime di Putin considera i paesi ex sovietici come parte della propria sfera di influenza. Non ne ha mai realmente riconosciuto l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale. Anzi le ha frequentemente violate, ponendo una grave minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità in Eurasia. Dopo l’indipendenza, specialmente dal 2000 in poi, la fazione filo-occidentale e quella filorussa si sono alternate alla guida dell’Ucraina. In seguito all’annessione della Crimea e all’occupazione del Donbas da parte di Mosca nel 2014, l’acredine verso la Federazione è cresciuta e le forze legate a essa si sono indebolite. La maggior parte della popolazione sia nell’Ucraina occidentale sia in quella orientale ha iniziato a desiderare l’ingresso nell’Ue e nella Nato.
In seguito allo scoppio della guerra, il paese si è compattato per resistere alla Russia, per salvarsi. Le distinzioni tra partiti politici, regioni e classi sono state superate. Si potrebbe dire che Mosca ha perso l’Ucraina. Allo stesso tempo, gli altri paesi dell’ex Unione Sovietica (fatta eccezione per la Bielorussia) si sono rifiutati di sostenere il Cremlino. Inclusi quelli aderenti all’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva e all’Unione economica eurasiatica. Se la Russia perdesse la guerra non avrebbe alcuna speranza di ricostruire il vecchio impero. Significa che non potrebbe accrescere il suo status, ristabilire la propria sfera d’influenza e cambiare gli equilibri geopolitici su scala globale. Quindi non potrebbe competere con gli Stati Uniti. L’attuale duello russo-statunitense è una prosecuzione della guerra fredda, preserva una connotazione ideologica e con il conflitto in Ucraina si appresta a terminare in favore dell’impero americano.
- L’ordine internazionale potrebbe subire diversi cambiamenti a causa della guerra tra Mosca e Kiev.
La Russia potrebbe essere indebolita, isolata e punita sul piano politico, economico, militare e diplomatico. Potrebbe essere espulsa da importanti organizzazioni internazionali e la sua caratura a livello globale rischia di essere ridimensionata.
L’Ucraina uscirà dalla sfera d’influenza di Mosca (ammesso che questa riesca a preservarne una), diventerà un membro dell’Ue e quindi dell’Occidente.
Altri paesi ex sovietici potrebbero registrare una nuova ondata di derussificazione, anche se ciascuno su scala diversa. Alcuni tenteranno concretamente di rafforzare i rapporti con l’Occidente.
Il Giappone e la Germania si libereranno definitivamente dei vincoli derivanti dal marchio di paesi sconfitti durante la seconda guerra mondiale, accelereranno il potenziamento dei propri arsenali e si impegneranno per accrescere il loro status di potenza. Tuttavia resteranno nel campo occidentale e non abbandoneranno completamente i rispettivi piani di sviluppo pacifico.
Gli Usa e altri paesi promuoveranno con forza una riforma sostanziale delle Nazioni Unite e di altre importanti organizzazioni internazionali. Qualora ciò gli fosse precluso, potrebbero creare nuovi enti. In entrambi i casi, potrebbero tracciare una linea di confine ideologica basata sulle cosiddette democrazia e libertà per escludere Stati come la Russia.