I prossimi mondiali di calcio in Qatar
di Pasquale Palmieri
Fra pochi giorni accenderemo i riflettori sul Qatar per la ventiduesima edizione della Coppa del Mondo di calcio. Si tratta di uno Stato governato da una monarchia ereditaria assoluta, nel quale i diritti umani vengono regolarmente calpestati e la schiavitù è consentita dalla legge.
Un ruolo fondamentale per la gestione diplomatica della guerra in Europa è coperto – anche per conto dell’alleanza atlantica – da Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia, un autocrate sanguinario capace di chiudere qualsiasi spazio di libertà ai suoi cittadini nel giro di pochi anni. L’8 aprile del 2021 il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ebbe modo di definirlo, in una conferenza stampa, un “dittatore di cui abbiamo bisogno”. Da diversi anni il più importante torneo di pallacanestro europeo prende il nome da un ricco sponsor turco. Tuttavia uno dei cestisti turchi più famosi al mondo, Enes Kanter, non può rientrare nel suo paese: è stato messo al bando per aver criticato pubblicamente il presidente.
Le connessioni fra geopolitica e sport sono state indagate in profondità negli ultimi anni da studiosi di diverse discipline. Hanno fatto emergere le fratture enormi che separano ragioni economiche e ragioni morali. Ci hanno aiutato a comprendere molto delle strategie dei nostri governi, soprattutto nei confronti dei regimi liberticidi e totalitari. Questi ultimi possono infatti risultare “tollerabili” o “accettabili”, fin quando riusciamo a concludere affari con loro.
L’ultima Coppa del Mondo di calcio si disputò solo 4 anni fa, anche se sembra trascorso un tempo molto più lungo. Si erano candidate a ospitarla l’Inghilterra, l’Olanda, il Belgio, la Spagna e il Portogallo. I membri della Fifa decisero tuttavia, con una larga maggioranza, di assegnarla a un altro paese.
Si giocò dal 14 giugno al 16 luglio del 2018. In Russia.