I nomi dei formati di pasta
di Fiorenzo Toso
I nomi dei formati di pasta alle volte sono curiosi e apparentemente ‘strani’, circostanza che consente agli etimologisti improvvisati di ricamarci sopra le storie più assurde. Qualche giorno fa un amico mi chiedeva conferma del fatto che il nome delle “trenette” derivi da una voce araba “itriyya” che significa ‘pasta’, circostanza che si trova accreditata qua e là anche da parte di qualche linguista. Senza stare a scomodare il rasoio di Occam, è buona norma, quando c’è una soluzione semplice, evitare di cercarne una più complicata. Questo nome tipicamente genovese (in italiano si chiamano “linguine”, sebbene dal 1916 “trenette” sia documentato anche in quella lingua) deriva molto più banalmente da “treña”, che è una voce nostra per ‘trina’, a sua volta dall’aggettivo latino TRINUS, detto di un nastro o cordoncino realizzato con tre fili intrecciati. “Trena, trenna” per ‘nastro, cordoncino’ compare a Savona ed Albenga nella seconda metà del sec. XVI assieme ai diminutivi “trenini, trinine”, e appunto “trenette” che indicano, a loro volta, delle decorazioni di cordoncino o dei ricami. Da qui si sviluppò il passaggio a ‘tipo di pasta’, analogamente a quanto avvenuto per l’italiano “fettucce” o per il genovese “piccagge”: per ‘trenette’ questo significato è attestato dal sec. XIX (1841, Olivieri), ed è passato anche in còrso, in qualche dialetto settentrionale e, appunto, in italiano.
