I fondamentali del mestiere dello storico
di Brunello Mantelli
Scusate l’intervento pedante, ma tocca ricordare i fondamentali del mestiere dello storico: a) lo storico è sempre prima di tutto un filologo; b) non esiste “IL” documento, esistono “i” documenti, che vanno tutti vagliati, comparati ed analizzati: ogni tipologia di documento richiede una propria specifica ermeneutica. I documenti stanno dove devono stare: negli archivi, ergo: chi si vuole occupare di storia deve andare negli archivi (in TANTI archivi). E vedere le serie. Ovviamente ci possono essere lacune in una serie, per questo occorre sempre controllare (e poi citare!) i protocolli (di entrata e di uscita) del documento. Vedendo l’indirizzario, si può verificare se le lacune qua possono essere colmate là.
Nel merito e sul punto “Alife”: la testimonianza, resa poi a distanza di tempo, di un pilota è UN documento, non IL documento. Da sola NON basta. Occorre intrecciarla con altre. Di ogni missione di guerra restano tracce, il comandante o un suo delegato deve fare relazioni sulla missione. Le relazioni sono depositate, si vedono e si leggono; stanno al NARA (Washington); molti documenti sono disponibili on line, altri no. Al NARA si può però scrivere (oggi basta una email) e si può facilmente chiedere copia di documenti che interessano (ovviamente pagando il disturbo). Questo vale e per Alife, e per Caiazzo e per ogni altro caso analogo). I NARA mandano con la massima facilità copia dei documenti che hanno e che non siano già on line.
Ciò a prescindere da ogni ragionamento eticopolitico sulla II GM e sulle sue cause (ragionamento che si può certo fare ma è altra cosa). Per quanto mi riguarda resto dell’opinione di Hegel: nelle guerre opera il tribunale della storia. Traducendo con sensibilità attuale: 1) le guerre non bisogna farle; 2) se si fanno però bisogna vincerle; 3) il gruppo dirigente che ha avviato una guerra (avviato! NON “subito”) e l’ha persa è condannato dalla storia. Non ha attenuanti. A latere, opportuna per tutti (me in primo luogo) la periodica rilettura di Carl von Clausewitz e di Sun Tzu (nonché di Niccolò Machiavelli).