Giovanni Falcone
di Claudio Martelli
Anche in questo trentesimo anniversario sento ripetere i soliti cliché. Falcone non fu bocciato dal Consiglio Superiore della Magistratura, fu retrocesso e privato del comando dell’Ufficio istruzione di Palermo che di fatto esercitava da anni.
Al suo posto e come suo superiore fu nominato Antonino Meli, con il preciso mandato di smontare l’opera di Falcone e di impedirgli di lavorare, cioè di continuare la lotta alla mafia.
Che Falcone non piacesse a Cosa nostra era del tutto naturale. Perché non piacesse ai vertici della magistratura deve ancora essere spiegato bene e fino in fondo.
