Giornata della memoria

di Giovanni Falagario


Oggi è il giorno della memoria. Il 27 gennaio 1945 l’esercito russo entro ad Auschwitz e trovò l’orrore. Milioni di persone erano state uccise e cremate in quel luogo per mesi, anni. I soldati dell’Unione Sovietica poterono portare in salvo i pochi che erano rimasti in quel luogo. Molti altri prigionieri persero la vita in quella che fu “La marcia della morte”. Lo sappiamo tutti in quel gelido inverno, i nazisti circondati dall’esercito dell’Unione Sovietica, pur di provare a nascondere le loro colpe, costrinsero i deportati di Auschwitz a compiere una marcia verso, letteralmente, il nulla, un commino nel gelo che doveva solo, si fa per dire, provocarne la morte. I pochissimi che attesero i liberatori russi erano coloro che, prigionieri, erano riusciti a nascondersi ai nazisti e i malati, coloro che non potevano in alcun modo camminare. Quello che trovarono i russi ad Auschwitz fu desolazione, solitudine e vuoto. Un vuoto di morte che si manifestava nel disperdersi nel cielo delle ceneri dei milioni di innocenti bruciati dai nazisti nei formi crematori. Allora la domanda delle domande è: perché? Perché un uomo può uccidere senza una ragione reale un uomo? Perché una comunità di persone, i nazisti e i fascisti, hanno potuto pensare che i componenti di altre comunità diverse dalle loro fossero.. così.. diciamo.. insignificanti .. da giustificare la loro morte di massa? Perché la vita umana, la vita dell’altro, è stata così disprezzata da renderla di alcun valore? Le risposte sono nel vento, cantava Bob Dylan qualche decennio fa. Le risposte sono disperse nel vento, cantava Francesco Guccini nella sua bellissima canzone dedicata all’orrore di Auschwitz. È la dicotomia dialettica fra il concetto di “bella canzone” è orrore del genocidio deve far meditare. Sono domande senza risposta, perché la crudeltà umana è senza una spiegazione euristica. La scienza permette il genocidio. Senza la sapienza umana, diciamolo chiaro, l’orrore di Auschwitz, anche per uccidere l’uomo ha bisogno della sua intelligenza. Ma la stessa intelligenza che compie l’orrore, non riesce a spiegarlo. È muta davanti ai morti che hanno perso la vita perché un uomo ha inventato un congegno ed altri uomini lo hanno utilizzato per uccidere. Allora è bene che le domande rimangano senza risposta. L’importante, quello che ci rende migliore, è cercare disperatamente una risposta all’orrore, questo cercare è l’unico modo per provare a far sì che altri orrori si ripetano. È questo che dobbiamo fare. Ricordare. Appunto: il giorno della Memoria. Perché ciò che è successo non avvenga più.

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