Gazzetta Ticinese

di Massimo Soncini

Trentacinque anni or sono come oggi, ore 8.45, una telefonata da voce ignota: “Abbiamo un posto in redazione per Lei, interessa?”. Mi presentai tre quarti d’ora più tardi: conoscevo quel quotidiano per la sua storia e per la sua tradizione, ma lì dentro non avevo nemmeno uno straccio di conoscente o di collega con cui avessi vissuto altre esperienze in altro luogo. Fu un colloquio lunare: ci serve uno così ma potrà svariare su ogni altro àmbito, ci dica soltanto qual è la pretesa economica (già, erano tempi e luoghi in cui si poteva contrattare). Una settimana più tardi, ore 17.00, ritornai con tanto di posto assegnato; il corpo di redazione, in verità, cadde dalle nuvole, non essendo stato messo al corrente. Fu l’inizio di una spettacolare esperienza umana, tanto lavoro e tante risate, ed un rapporto che con alcuni è rimasto intenso e senza bisogno di troppe parole, quando ci s’incontra. E dunque un “grazie” di cuore a Leo Terzi, Fabio Pontiggia, Bruno Costantini, Marco Pellegrinelli ed Emma Rita Brusa soprattutto, più la “gang” dei campionesi cui ben presto si associò Fabrizia: con loro si faceva una “Gazzetta ticinese” di puro artigianato e nella quale si respirava libertà.

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