Ferdinando Imposimato

Lo staff del Giudice pubblica per la prima volta sui social la sua biografia che sarà a puntate e che speriamo vi piaccia.
Vi invitiamo a seguici, i vostri commenti sono letti da tutti i familiari che apprezzano il ricordo che tutti voi avete per un uomo umile e speciale: Ferdinando Imposimato.

BIOGRAFIA – PRIMA PARTE #biografiaFerdinandoImposimato

Un uomo, Ferdinando Imposimato, che per tutta la sua vita ha coltivato, nel senso più profondo e autentico del termine, la Giustizia.
Per renderla prassi concreta, quotidiana, uguale per tutti non in astratto, ma nei fatti.
Una giustizia per tutti i cittadini che subiscono torti quotidiani e hanno pochi mezzi per far valere le loro ragioni.
Per le vittime innocenti di tanti, troppi reati che minano le radici della democrazia e della convivenza civile, come quelli compiuti dalla criminalità organizzata, che troppo spesso trova coperture ‘politiche’.
Per tutte le morti che fino ad oggi, e nel corso dei decenni, non hanno mai trovato giustizia: le vittime di stragi, di tanti, troppi buchi neri che tormentano la martoriata storia della nostra repubblica.
Proprio per questo, uno degli obiettivi prioritari che il Giudice Imposimato ha seguito per tutta la sua vita è stato quello di coltivare e onorare la ‘memoria’.

E la ‘memoria storica’ è stato un altro dei cardini ai quali ha fatto costante riferimento. Come l’attuale, tragico momento storico che stiamo vivendo ampiamente dimostra. Soleva infatti spesso ricordare le parole del grande storico ateniese Tucidide: “conoscere il passato, per capire il presente e anticipare il futuro”.

Ferdinando Imposimato nasce il 9 aprile 1936 a Maddaloni, in provincia di Caserta. Figlio di Iolanda e Giuseppe, secondogenito di una famiglia numerosa, sei tra sorelle e fratelli.
Si laurea in Giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1959 e dopo tre anni diventa vicecommissario di Polizia, prima destinazione Brescia, poi Forlì.
Nel 1964 vince il concorso in Magistratura.
Dopo un breve periodo a Milano, è trasferito a Roma.
Si sposa il 29 dicembre 1966 a Roma con Anna Maria che gli darà due bellissime bambine Alessandra e Chiara.
La famiglia rimane unita nonostante i pericoli e le numerose avversità. Le tre donne studiano e divengono tutte e tre Magistrati.

Anna Maria conclude la sua carriera come Presidente Onorario Aggiunto della Corte dei Conti.

Alla Procura di Roma è presto chiamato ad occuparsi di reati di particolare gravità, come i sequestri di persona a scopo di estorsione. Studia e mette in atto un nuovo metodo che presto porta ad ottimi risultati con la liberazione, attraverso i blitz delle forze dell’ordine da egli coordinate, di numerose persone tenute sotto prigionia.
Il metodo consiste nel non cedere ai ricatti dei sequestratori, mettendo sotto controllo attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti, familiari, amici e persone che mano a mano si reputano degne di essere attenzionate. E’ un metodo di lavoro che richiede una attenzione continua, H 24, è un lavoro di squadra sinergico con tutte le forze dell’ordine, in particolare, con la squadra mobile romana dedita all’ascolto ed al pedinamento.
Un metodo che viene presto emulato da altri colleghi nel Paese.

Lavora con grande dedizione a tutte le inchieste, contribuendo inizialmente all’operazione che porta all’arresto
di esponenti della ‘Banda dei Marsigliesi’; successivamente, si occupa di ‘Anonima sarda’, malavita romana, ‘ndrangheta, compiendo importanti arresti, coraggiose perquisizioni.

Il suo senso morale per il dovere, l’imparzialità, sono altissime.

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