Duello e onore tra Otto e Novecento
di Laura Diafani
Del divenire storico delle questioni d’onore tra Risorgimento e Ventennio, delle loro implicazioni politiche, giuridiche e morali e delle loro rappresentazioni linguistiche, letterarie, artistiche e cinematografiche si occupa QuOn, Prin 2022 di Irene Gambacorti e Christian Satto. Che s’inaugura giovedì e venerdì con un convegno.
«Il punto d’onore è una delle tante illusioni dell’uomo sociale, ed è tutto risposto nell’opinione» (Leopardi, Zib. 2420, 4 maggio 1822)
«oggi […] dove regna quella utilissima e grande illusione che si chiama punto di onore, tutto è egoismo individuale: anticamente tutto era egoismo nazionale. Signori filosofi, giacché non si può fare a meno dell’uno e dell’altro, quale vi sembra il migliore?» (Leopardi, Zib. 1842-1843, 5 ottobre 1821)
Roma, 8 agosto 1926, casa Pirandello. Ungaretti ha sfidato a duello Massimo Bontempelli che lo ha schiaffeggiato. Perché Ungaretti – Il Torcibudella – aveva scritto sull’«Italiano» “Le disgrazie di Bontempelli” – «Bontempelli, che è anche buontempone ma non sa fare il buon tempo, come si vede, manda alle gazzette che a fianco di lui reggerà le sorti della futura rivista italo-francese Philippe Soupault. Qui, ancora, non vorremmo sbagliare. Il 900 dovrà essere la ‘rassegna dell’imperialismo fascista’. E come c’entra allora Soupault, che notoriamente è comunista? Uomo di sicuro ingegno, si può dire che è merito suo se da qualche parte si parla di Isidore Ducasse, Conte de Lautréamont, il poeta più singolare che, insieme a Rimbaud, abbia avuto la Francia nell’ultimo secolo. Ma che c’entra Saupault, comunista, nel 900?» (15-30 luglio 1926).
