Domenico Jervolino, la tenerezza del pensiero

di Vito Nocera

Sono passati quattro anni da quando Domenico Jervolino, il nostro Mimi, se ne e’ andato.

Era un intellettuale intelligente e acuto, un filosofo raffinato, un militante politico di rara generosita’.

La sua sterminata cultura non era mai ostentata, anzi ti dava la sensazione di essere lui ad apprendere da te.

Siamo stati piu’ che fratelli, anni e anni di impegno comune, lotte, speranze. Incondizionata amicizia.

Da lui in tanti abbiamo appreso l’abitudine al pensiero, allo studio, alla riflessione profonda.

Tutto però senza mai assumere toni professorali

Era l’umiltà fatta persona, Domenico, l’uomo piu’ buono che abbia mai conosciuto.

Era uno dei pochi italiani, lui che parlava almeno quattro lingue, ad essere invitato in simposi filosofici internazionali.

Direttore di riviste culturali e di teoria politica.

Allievo prediletto del filosofo Ricoeur, che lo designo’ come il suo vero erede.

E’ stato anche un uomo fragile, Mimi, di una fragilita’ della quale forse ha sofferto.

Ma anche nei momenti difficili non ha mai perso la sua tenerezza.

E la voglia di fare, aiutare, militare.
Essere di parte con la rara capacità di riconoscere e rispettare ogni parte.

Un amico, un uomo di cultura, un dirigente politico indimenticabile che ancora, con la sua vita e con i suoi libri, ha tanto da dirci e insegnarci.

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