Delio Cantimori
di Marzio Zananatoni
NOVITA’ IN LIBRERIA. È uscito in questi giorni un libro che si presenta subito interessante: appare come una biografia, il personaggio indagato è pressoché sconosciuto ma legato ad uno dei più noti e discussi storici italiani, Delio Cantimori, e il titolo, “L’infiltrata”, aggiunge quel tanto di mistero e di spionistico che rende il tutto ancor più sollecitante (Massimo Mastrogregori, “L’infiltrata. Vita e opere di Emma Cantimori”, Il Mulino, euro 16,00) I tanti lettori che dal dopoguerra ad oggi hanno letto il “Manifesto del partito comunista” di Marx e Engels, nella edizione Einaudi prima, e Laterza poi, hanno ben in mente il nome di Emma Cantimori Mezzamonti, nome che a tutti è rimasto impresso per quell’unico merito di traduttrice. Per il resto, oltre a immaginarla come devota moglie di Delio, altro non si sapeva. Era stato per la prima volta Dario Miccoli nella sua biografia einaudiana del 1969, dedicata allo storico degli “Eretici”, ad aver svelato, in una nota di due righe, che Emma Mezzamonti (nata nel 1903 a Bolzano) era stata una comunista militante di vecchia data (presumibilmente sin dalla fine degli anni Venti) e membro del Soccorso rosso, ma nessuno aveva mai indagato oltre. Ora il libro di Mastrogrergori, pur tra molti “non detto” e ambigui riferimenti, svela parecchie novità. Intanto che Emma era stata a lungo segretaria dell’Istituto germanico di studi italiani nel 1930, grazie anche all’intervento di Ugo Spirito, e che in quella istituzione fascista ebbe modo di frequentare personaggi importanti del regime e coglierne informazioni (tra l’altro il capitolo dedicato a Villa Sciarra, sede dell’istituto, è sicuramente tra i più interessanti del libro e tante annotazioni andrebbero approfondite). Inoltre, del tutto sconosciuto era l’incontro con Delio (il loro matrimonio è del ’36) che quindi non poteva non sapere della attività militante di Emma: anzi, in qualche modo lo stesso Delio ne fu partecipe e questo può far ripensare il tragitto intellettuale e biografico dello storico. Ma soprattutto il libro di Mastrogregori insiste su una questione (da qui anche il titolo, a mio parere un po’ forzato): la direttiva del PCI durante il fascismo di infiltrarsi il più possibile nelle strutture, soprattutto culturali, del Regime. Emma ne rappresenterebbe un caso e così forse lo stesso Delio e tanti altri. In questo modo diventa chiaro che non regge più, o comunque con molta difficoltà, la tesi secondo la quale molti futuri militanti e dirigenti comunisti furono prima fascisti e si “convertirono” strumentalmente nell’opposta ideologia. Forse, o certamente, erano già antifascisti e comunisti, che seguendo le direttive del partito agivano infiltrandosi anche legalmente nelle pieghe del fascismo. E questo fa riflettere anche sulla ritrosia di molti di loro a ricostruire le proprie biografie di quegli anni.
Il libro insomma lancia tanti spunti di interesse, anche se lascia altrettanti punti in chiaroscuro e soprattutto il lettore non deve aspettarsi, nonostante il sottotitolo, una esauriente biografia di Emma: lei in fondo rimane ancora “nascosta”, come lo fu per tutta la sua vita.
