di Alessandro Vivanti
Ottant’anni fa i fratelli Hans e Sophie Scholl, assieme all’amico attivista Christoph Probst, dopo tre giorni di interrogatori e torture vennero sbrigativamente processati e condannati a morte per decapitazione dal Volksgerichtshof “tribunale del Popolo”. Si trattava un tribunale politico speciale presieduto da Roland Freisler, il giudice nazista, noto come il giudice-boia al servizio di Hitler.
Nel corso di un breve dibattimento, durato cinque ore, furono reputati colpevoli e decapitati il giorno stesso. Le motivazioni della sentenza furono le seguenti: “Gli accusati hanno, in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti, e al rovesciamento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e hanno diffamato il Führer in modo assai volgare, prestando così aiuto al nemico del Reich e indebolendo la sicurezza armata della nazione. Per questi motivi essi devono essere puniti con la morte”.
Erano tre dei componenti del gruppo studentesco Die Weiße Rose “La Rosa Bianca”, un gruppo di studenti cristiani che si opposero in modo non violento al regime della Germania nazista. I restanti due erano Alexander Schmorell e Willi Graf.
Il gruppo fu attivo a Monaco per circa un anno tra il 1942 e il 1943, sino all’arresto e alla condanna alla decapitazione dei suoi principali esponenti. Al nucleo originario si unì a loro il professor Kurt Huber, musicologo e docente di filosofia, che scrisse gli ultimi due dei sei volantini diffusi dal gruppo. In quei pochi ma appassionati scritti i giovani esortavano i tedeschi a rifiutare la politica dittatoriale di Hitler attraverso la disobbedienza alle leggi del Reich e la riaffermazione dei principi di tolleranza e giustizia. I primi volantini della “Rosa Bianca” vennero spediti in un centinaio di copie a intellettuali e professori, lasciati in locali pubblici e gettati dai tram nella notte. Gli ultimi due furono distribuiti clandestinamente nei luoghi più frequentati dell’università di Monaco dai giovani del gruppo che non esitarono a gridare e dipingere slogan antinazisti sui muri dell’ateneo. Proprio durante la distribuzione dell’ultimo volantino, Sophie salì al secondo piano per lanciare dalla balaustra i fogli e farli cadere sugli studenti che si affollavano nell’atrio. Riconosciuta da un bidello membro del partito nazista, venne arrestata con il fratello. Stessa sorte, poco dopo, toccò agli altri membri del gruppo.
L’Università di Trieste ospita da venerdì 17 a domenica 26 febbraio 2023 la mostra itinerante “La Rosa Bianca”, nell’atrio dell’ala sinistra dell’Edificio A, nel Campus di Piazzale Europa.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Trieste 2030, è dedicata alla memoria del gruppo di resistenza tedesco alla dittatura nazionalsocialista denominato “Weiße Rose” (Rosa Bianca), formato da studenti universitari, in occasione dell’80° anniversario del martirio di due dei suoi membri, i fratelli Hans e Sophie Scholl.
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