David Maria Turoldo

di Mariangela Maraviglia

Oggi memoria di una nascita, la nascita di un compagno di pensiero e di cammino che ha riscaldato le vite di tanti.
David Maria Turoldo nasceva il 22 novembre 1916 in un Friuli poverissimo, insanguinato e lacerato dalla prima guerra mondiale
Dalle sue parole e dalla sua memoria mitizzante il Friuli sorgeva ricreato, costruzione poetica condivisa con Pier Paolo Pasolini e con Andrea Zanzotto come un «Eden» perduto, che tuttavia aveva costruito il suo «baricentro» di riferimenti e di orientamenti esistenziali. Così Coderno, disadorna frazione del medio Friuli, comune di Sedegliano, non lontano da Udine, veniva immersa nella pianura che
«da bambini percorrevamo scalzi, come su di un tappeto, verso le colline di S. Daniele e i monti della Carnia dove sta il rifugio dei più poveri, e poi giù verso il mare; pianura che ci pareva fosse il cuore del mondo, uno spazio dove gli occhi di tutti noi si fanno azzurri a forza di guardare…».
E anche il racconto della fame veniva riconsegnato con lo sguardo trasfigurante del bambino:
«Mattina, latte e polenta; mezzogiorno, minestra e polenta: la sera: radicchio “argelut” e ancora polenta. E anzi, nei giorni duri, di magra, io ricordo mio padre che tagliava due fette dalla piccola montagna d’oro e me le metteva una per mano e mi dice: “Ecco, una la chiamerai polenta e l’altra formaggio”. E io ci credevo; e addentavo ora da una mano e ora dall’altra, fingendo di mangiare polenta e formaggio».
M. Maraviglia, David Maria Turoldo, La vita, la testimonianza (1916-1992), Morcelliana, pp. 20-24.

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