Dai Romantici a Segantini
di Marco Goldin
Dal 29 gennaio al 5 giugno si svolgerà nel Centro San Gaetano a Padova la nuova, grande mostra firmata da Marco Goldin e organizzata da Linea d’ombra, in accordo con il Comune patavino. “Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart” (www.lineadombra), gode anche del supporto di APS, AcegasAPSAmga e della Camera di Commercio di Padova ed è realizzata per celebrare “Padova Urbs picta” diventata pochi mesi fa patrimonio Unesco. Il catalogo della mostra sarà un meraviglioso libro che consentirà a tutti di scoprire per la prima volta in Italia la storia della collezione di Oskar Reinhart e tutti i movimenti e gli artisti che vi sono compresi. A cominciare ovviamente dai grandissimi romantici come Friedrich fino agli incantati pittori della montagna come Segantini e Hodler. Due volte alla settimana, fino all’inaugurazione della mostra, pubblicheremo estratti dal lungo saggio di Marco Goldin in catalogo. Oggi alcune note sugli straordinari ritratti di Anker e Hodler. Buona lettura!
“La quarta sezione della mostra include, nell’ambito del ritratto e della figura, con prove fortemente legate alla realtà, i due pittori più popolari in Svizzera nel secondo Ottocento, Albert Anker e Ferdinand Hodler. Quest’ultimo anche straordinario pittore di paesaggi, sia nel corso del XIX secolo sia, ancor di più, nei primi due decenni del successivo, come si vede nella sezione conclusiva della mostra.
Anker ha dipinto moltissime scene di vita quotidiana, diventate occasioni per un diario sentimentale che con frequenza si volge al racconto della vita dei bambini, come nel meraviglioso ritratto della figlia Louise, a Parigi nel 1874, o in “L’asilo”, uno dei suoi quadri di maggior successo con gruppi di figure. Assieme alle tante immagini dei vecchi lungo le strade o nelle locande, del soldato che torna dalla guerra, dei funerali e dei matrimoni, del mondo della scuola e dell’intimità domestica, egli compone un vero e proprio poema che evoca il senso dell’identità nazionale.
I ritratti e le figure di Ferdinand Hodler, dipinti negli stessi anni di quelli di Anker, hanno da un lato un’ascendenza ugualmente francese che origina da Courbet, ma anche l’amore verso il naturalismo acuminato di Holbein. Il soggiorno a Parigi, tra il 1877 e il 1878, aveva intanto messo Hodler in contatto con un ambiente ricco di suggestioni straordinarie e gli aveva fatto visitare i grandi musei. “La convalescente” raggiunge certamente un punto avanzato, tra i rapporti tonali alla Degas e l’annuncio delle inquietudini munchiane. Lo stesso spirito ormai più moderno che emerge nel ritratto di “Louise-Delphine Duchosal” figlia del poeta simbolista, in cui Hodler apre all’individuazione della complessità psicologica esplorata proprio dai simbolisti.”
[Albert Anker, Louise, la figlia dell’artista, 1874 / Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)]
