Da che parte stare, al di là del bene e del male

di Andrea Graziosi

Care Socie e Cari Soci,

Bruti Liberati ha sollevato questioni interessanti. Il fatto che in alcune delle guerre contemporanee, al loro inizio, cioè al momento del loro scoppio, “la verità è avvolta nelle nebbie e nell’oscurità” è davvero una regola generale? E davvero per molte delle grandi guerre moderne ci sono voluti decenni per costruire un giudizio fondato del loro scoppiare?

Certo, i documenti sull’invasione sovietica dell’Afghanistan hanno per esempio poi rivelato dinamiche inattese. Ma che dire della maggior parte delle grandi guerre europee del XX secolo? Si può per esempio sostenere la stessa cosa della seconda guerra mondiale, almeno in occidente? O forse nelle nostre società alfabetizzate e informate, i testimoni e le vittime hanno detto e spesso gridato quel che vedevano e soffrivano, e i regimi aggressori hanno dichiarato e scritto quello che volevano fare, sia pure avvolgendolo nel loro “discorso” come si dice oggi? E non è forse vero che chi lo voleva ha potuto leggere e capire e giudicare molto prima che passassero dei decenni? Credo che questa ipotesi sia la più solida, e non solo per le guerre. Discutiamo di genocidio armeno e di carestia ucraina (ma anche di quella della Cina del Grande Balzo in Avanti) da qualche decennio, ma chiunque avesse voluto e saputo ascoltare, avrebbe potuto comporne un quadro tutto sommato credibile ancorché impressionistico molto presto. Anche Primo Levi ebbe difficoltà a farsi ascoltare, ma parlò subito.

Poi certo, studiando le carte, riusciamo a capire meglio, a vedere e analizzare le guerre e le loro conseguenze da altre prospettive, a valutarne conseguenze inattese ecc. Il dibattito sulla “rivoluzione archivistica” sovietica lo conferma rivelando con chiarezza che il quadro “esterno” dei grandi eventi degli anni Trenta era stato presto ricostruibile con abbastanza precisione sulla base di testimonianze e memorie: chi volle ascoltare seppe presto della realtà della dekulakizzazione e della collettivizzazione, delle carestie e delle purghe o del sistema del lavoro forzato, e fu presto possibile valutare il loro posto nell’affresco complessivo, o le tendenze degli sviluppi dell’ideologia ufficiale sovietica. Gli archivi ci hanno poi mostrato il retro di questo quadro, facendoci capire perché quell’evento avesse preso quel posto in quel momento e ad opera di chi e in base a che provvedimenti, talvolta sorprendendoci e sempre illuminandoci, ma l’immagine generale ebbe presto una sua stabilità, e così è credo anche per forse la maggioranza delle grandi guerre e dei grandi eventi del XX e XXI secolo.

Naturalmente, però, per “vedere” questo quadro generale nel suo svolgersi occorre leggere e valutare le carte, le testimonianze, gli eventi. Non tutti possiamo farlo per tutti i casi, naturalmente, ma sarebbe saggio farlo per quelli davvero importanti, perché siamo cittadini del mondo, e farlo comunque per quelli che si vuole commentare. Da almeno 15 anni Putin non cela il suo pensiero, e non nasconde le sue intenzioni, che ha chiaramente espresso in più documenti, di grande interesse. Certo occorre appunto leggerli, ed è questo quello che chiederei a Bruti Liberati di fare, facendosi anche intellettuale rigoroso, e ritrovando in quelle carte il succo dei virgolettati che lo hanno sorpreso per mancanza di informazioni.

Vale la pena farlo, perché questa non è una guerra come le altre, è una guerra che ha come fine dichiarato la creazione di un “nuovo ordine mondiale”, che ci tocca tutti in modo diretto. Questo ordine, lucido e folle suo svolgersi occorre leggere e valutare le carte, le testimonianze, gli eventi. Non tutti possiamo farlo per tutti i casi, naturalmente, ma sarebbe saggio farlo per quelli davvero importanti, perché siamo cittadini del mondo, e farlo comunque per quelli che si vuole commentare. Da almeno 15 anni Putin non cela il suo pensiero, e non nasconde le sue intenzioni, che ha chiaramente espresso in più documenti, di grande interesse. Certo occorre appunto leggerli, ed è questo quello che chiederei a Bruti Liberati di fare, facendosi anche intellettuale rigoroso, e ritrovando in quelle carte il succo dei virgolettati che lo hanno sorpreso per mancanza di informazioni.

Vale la pena farlo, perché questa non è una guerra come le altre, è una guerra che ha come fine dichiarato la creazione di un “nuovo ordine mondiale”, che ci tocca tutti in modo diretto. Questo ordine, lucido e folle allo stesso tempo, per le aggressioni e le sofferenze che comporta certo, ma anche per l’esaltazione spropositata della potenza e delle capacità russe, si fonderebbe su una grande Russia rinata, che media e fa da equilibrio tra la Cina e una Unione europea disgregata e staccata dagli angloamericani anche grazie al gas e all’appoggio finanziario alle sue pulsioni sovraniste. Il disprezzato e corrotto “Occidente” non esisterebbe più, il 1991 sarebbe vendicato, e chi non è d’accordo pacificato e sottomesso come è successo alla Cecenia.

Insomma tutte le guerre sono uguali agli occhi delle vittime e per le sofferenze che provocano, ma non tutte lo sono sul piano della loro importanza e delle loro conseguenze.

Mi piace per finire ricordare che la storia contemporanea è nata con Tucidide, che non ha atteso decenni ed è stato presto capace di vedere e ascoltare, che dovrebbe essere il nostro mestiere come cittadini oltre che come storici.

Un saluto cordiale

Andrea Graziosi

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