Coerenza, non potrei vederti senza

di Mario Scialoja

DELL’USO STRUMENTALE (E IPOCRITA) DELLA COERENZA.

E’ una bella parola “coerenza” che esprime un concetto positivo: “stretto legame logico tra gli elementi del pensiero e quelli della pratica” (le definizioni sono varie a seconda dei dizionari).
Da qualche settimana la “coerenza” si spreca nella bocca di molta politica.
In questi giorni di posizionamento e di avvio della guerra elettorale, moltissimi politici hanno pronunciato la parola coerenza, fatto appello alla loro coerenza.
Per coerenza, secondo loro, si debbono rompere alleanze e accordi, rinnegare le parole date, uscire da precedenti schieramenti per posizionarsi altrove…
Sempre tutte le giravolte, le scelte di interesse personale, le ambizioni di parte, vengono motivate dalla “COERENZA”.
Non ho potuto accettare questo, fare quest’altro “per coerenza con me stesso, con le mie convinzioni”.
Ora, questa coerenza usata come alibi, come nobile motivazione di calcoli e scelte di (presunto) interesse tattico-elettorale, ha un aspro sapore di ipocrisia. E mancanza di serietà.

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