Caserta nel Grand Tour
di Nando Astarita
Dopo la genialata di re Carlo di far un libro coi disegni di Vanvitelli e distribuirlo a tutte le Corti d’Europa, oltre che a nobili e potenti, la curiosità per ciò che si stava costruendo a Caserta dilagò non poco.
Cosicché, sia come nuova tappa inserita nel Grand Tour, sia come meta specifica, Caserta divenne meta di un consistente flusso di visitatori più o meno illustri e, in molti casi, a Luigi Vanvitelli veniva richiesto di far loro da “guida turistica”. Ebbene pressoché tutti restavano a bocca aperta per ciò
che ve; eppure si trattava solo di cantieri, mica vedevano chissà che. Eppure ciò che Vanvitelli stava distraendo riusciva a trasmettere emozioni e sorprese quantunque ancora in distruzione,
E c’è da dire che se del Palazzo i visitatori restavano annidati, dell’Acquedotto Carolino restavano strabiliati; quella era roba msi vista prima.
Eppure oggi quest’opera resta per lo più ignorata rispetto alla reggia sopratutto a causa di una sciatta valorizzazione specie in termini di comunicazione e servizi.
Cosicché la sua storia e le sue straordinarie caratteristiche tecniche sono ancora mistero per tanti.
Nella foto l’Acquedotto come doveva apparire appena compiuto.
