Carlaberto Cimenti e il Nanga Parbat

di Pietro Lacasella

Pakistan. Dopo aver scalato e sciato il Nanga Parbat (8126 m.), l’alpinista torinese Carlalberto “Cala” Cimenti decide di affrontare l’inviolato Gasherbrum VII (6.955 m) con l’amico Francesco Cassardo. La salita, per nulla scontata, procede senza contrattempi. Ma, sulla strada del ritorno, un urlo strozzato rompe il silenzio: Francesco, nel tentativo di sganciare gli sci, perde l’equilibrio precipitando per oltre 600 metri.

Riesce miracolosamente a scampare alla morte, tuttavia le operazioni di salvataggio, ostacolate dall’apparato burocratico pachistano, richiedono a Cala e alla moglie Erika (che, dall’Italia, le sta coordinando) una commovente dimostrazione di amicizia e di amore.

Il libro si sviluppa senza inciampare nella retorica eccessivamente eroica che da sempre accompagna le avventure in montagna. Lo spirito genuino e ironico di Cala, infatti, ci ricorda che alla fine l’alpinismo è soltanto un retaggio infantile, un gioco. Finché si continuerà a giocare con l’immaginazione e l’entusiasmo di un bambino e fino a quando i sogni illumineranno il futuro, ci sarà la possibilità di svincolarsi dagli schemi e di conservare un briciolo di libertà.

L’autore ha continuato a giocare e sognare fino allo scorso 8 febbraio, quando una valanga gli ha prematuramente strappato la vita.

📖: da “Libri di Alto-Rilievo”, scaricabile gratuitamente cliccando sul seguente link: https://altorilievomontagna.altervista.org/

📷 Cala Cimenti Cmenexperience

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