Cancel Culture, ovvero la riscrittura dei libri

di Federico Smidile

Sempre sulla questione della riscrittura dei libri, mi veniva di definire questa procedura una “disneyzzazione”, ossia un modo di edulcorare se non cancellare la violenza delle favole e dei romanzi usati come base per i film. Ma sarebbe un errore il mio. La Disney, infatti, si ispira a favole e romanzi ma per fare film. Usa cioè un mezzo espressivo, il cinema (ora vale anche per la tv) diverso e che ha esigenze che non sono quelle del libro. E non è certo solo la Disney ad intervenire. Melville e Nabokov, per esempio, vengono cambiati in parti o, se vogliamo, in spirito, ma Houston e Kubrick danno vita a capolavori immensi dell’arte cinematografica. Cinema e letteratura sono arti contigue ma diverse, ed é giusto che i grandi capolavori letterari siano solo base del lavoro cinematografico. Al contrario resta inqualificabile e ingiustificato qualunque cambiamento di testi per “adeguarsi al pubblico” (tranne se effettuato dall’autore). Una mancanza di rispetto in primo luogo verso un pubblico ritenuto cretino e incapace di comprendere parole e concetti di altra epoca.

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