Arrigo e Corrado Vivanti

di Alessandro Vivanti

Tra una settimana esatta, Giovedì 27 ottobre, in mattinata (ore 10:30), verrà piantato – grazie all’intervento del Comune di Mantova e del Servizio Gestione Verde di Mantova Ambiente s.r.l. -, nei Giardini Fraccalini, in viale Mincio, sul Lungolago di Mezzo di Mantova, un cerro (della famiglia delle querce) in ricordo dei fratelli Arrigo e Corrado Vivanti.
Il 27 ottobre 1922 nasceva Arrigo, per il quale ricorre quest’anno il centenario della nascita, mentre l’8 settembre 2012 moriva Corrado, per il quale ricorre il decennale.

Da Corrado Vivanti, Un ragazzo negli anni del razzismo fascista:
“Di politica, però, in casa non si parlava. Mio padre se ne mostrava scarsamente interessato, anche se più tardi venni a sapere che la nascita di mio fratello, avvenuta il 27 ottobre 1922 (per cui poi, per canzonarlo, lo chiamavamo «antemarcia»), non era stata casuale: nei giorni che precedettero la «marcia su Roma» papà era stato bastonato dai fascisti, e mia madre, nel vederlo rientrare a casa pesto e sanguinante, si agitò tanto da partorire anticipatamente”.

In tale occasione, ci terrei anche a ricordare il Capostazione di Mantova del 1943, che mise in salvo Clelia Della Pergola e Gino Vivanti, i miei nonni paterni, come ricorda mio padre Corrado in un brano delle sue memorie, contenuto nel libro: Corrado Vivanti, Clelia Della Pergola, Da Mantova alla Svizzera. In fuga per la salvezza, a cura di Alessandro Vivanti, con prefazione di Silvana Calvo, Torino 2018, Silvio Zamorani Editore:
“Papà e mamma, fin dai primi tempi, avevano voluto fare rapidi viaggi a Mantova per prendere abiti e oggetti rivelatisi
necessari dopo la partenza precipitosa, e non lasciare le cose del tutto abbandonate in casa e in negozio. Da allora, quasi ogni settimana ripeterono quel viaggio, nonostante i pericoli che comportava. Tanto vale dirlo subito: fu un rischio inutile, perché la casa finì occupata, quel che c’era dentro fu portato via e solo in parte recuperato dopo la guerra, mentre la merce del negozio, nascosta fuori città, fu trovata dalle autorità «repubblichine» in seguito a una spiata, sequestrata e messa all’asta. I miei, tuttavia, continuarono a lungo quel loro andirivieni, finché un giorno, appena scesi dal treno, vennero bloccati dal capostazione di Mantova, che conosceva bene papà: il suo vecchio lavoro lo aveva portato quasi quotidianamente in stazione.
Quella mattina d’ottobre i fascisti avevano dato inizio a una retata di ebrei e li stavano concentrando in via Govi, nel Ricovero israelitico, da dove furono tutti deportati ad Auschwitz. Il capostazione aveva avuto notizia di quegli arresti e si preoccupò che i miei non finissero nelle fauci del lupo. Li condusse nel suo ufficio, si assicurò che la linea ferroviaria fosse sgombra, poi – camuffato papà da ferroviere – li fece accompagnare nella stazione di Romanore, dove restarono fino a quando, nel tardo pomeriggio, c’era un treno per Carpi. Allora, dopo essersi assicurato che lungo la linea ferroviaria non ci fosse sorveglianza di fascisti o tedeschi, diede via libera con il telegrafo interno, permettendo ai miei di tornare relativamente tranquilli. È uno dei tanti episodi che rivelano quale atteggiamento responsabile assunsero molti italiani verso gli ebrei”.

Tale gesto fu davvero uno dei più generosi atti di coraggio da parte di chi mise in pericolo la propria vita per salvarne delle altre.
Chi avesse notizie più precise, ricordando il nome di questa splendida persona, è invitato a scrivermelo in privato, così da poterlo includere come Giusto tra le Nazioni.

Le querce sono alberi che nella storia sono state investite di alti onori: è l’albero favorito dai fulmini e simboleggia la “MAESTÀ”,la “FORZA”. Nell’antica Grecia la quercia era considerata un albero sacro a Zeus, e in quanto tale, era simbolo di giustizia e rettitudine morale. Una simbologia che ha attraversato i secoli: in molti stemmi araldici si ritrovano ghiande e rami di quercia intrecciati.
La clava di Eracle/Ercole, l’eroe della mitologia greca, era fatta con il suo legno così da assumere la simbologia della “POTENZA” e della “SOLIDITÀ'”.
D_o apparve ad Abramo «alle Querce di Mamre». La quercia, nella Bibbia, è uno degli alberi che indica la sacralità del luogo e rimanda a eventi particolarmente significativi per il popolo ebraico.

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