Angelo Sindoni

di Vincenzo Naymo

Ieri se n’è andato Angelo Sindoni, già ordinario di storia moderna presso l’università degli studi di Messina e storico insigne della Sicilia e del Mezzogiorno. Altri studiosi in queste ore hanno trattato bene e ampiamente della sua importante produzione scientifica. Il mio vuole essere dunque un ricordo personale del professore. Per me egli è stato un Maestro e un punto di riferimento imprescindibile. Sono stato un suo allievo perché ho conseguito la laurea in Lettere presso l’ateneo messinese. Sindoni è stato il relatore della mia tesi che egli seguì personalmente. Si trattava dell’analisi e del commento di una rara visita pastorale pre tridentina risalente al 1541, un argomento di storia della Chiesa a lui tanto cara non solo per l’età moderna ma anche per quella successiva, essendo egli un grande studioso del mondo cattolico e della sua storia sulla lunga durata. Da quel momento Sindoni ha seguito tutto il mio percorso accademico. Una vicinanza affettuosa, la sua, che non è venuta meno neppure con la sua quiescenza nel 2016, vicinanza per la quale nutro verso di lui una profonda gratitudine. I ricordi di Angelo Sindoni sono tantissimi: l’organizzazione a Messina di convegni nazionali e internazionali, i tanti viaggi in giro per l’Italia per partecipare a convegni e alle assemblee della SISEM di cui è stato fra i soci fondatori, le riunioni operative con tutti i suoi collaboratori, la produzione scientifica confluita nella prestigiosa collana da lui diretta presso l’editore Rubbettino, la redazione della rivista “Quaderni di storia dell’Europa mediterranea” da lui fondata e portata avanti e tanto, tanto altro ancora. Con lui se ne va anche un pezzo importante della mia vita con il suo carico di soddisfazioni e di lotte, di gioie e di amarezze, vita insomma, che custodirò dentro di me insieme al ricordo di un uomo non infallibile, come qualsiasi essere umano, ma di un Maestro di scienza affettuoso che durante gli oltre trent’anni di suo servizio a Messina ha formato migliaia di studenti che gli sono rimasti affezionati e riconoscenti. Ora non è più fra noi ma io voglio immaginarlo sempre là, nell’apparente caos del suo studio-biblioteca, a studiare e a guardare il mare dello Stretto che tanto amava.

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