Alfredo Reichlin

di Miguel Gotor

Cinque anni fa moriva Alfredo Reichlin, una figura centrale nella storia della politica italiana in generale e della sinistra in particolare, che ho avuto il privilegio di conoscere e di frequentare negli ultimi anni della sua vita potendone apprezzare l’intelligenza tagliente e la generosità umana. Il suo impegno politico e civile non si è interrotto con la fine del PCI, un partito a cui ha dedicato tanta parte della sua vita di militante e di dirigente. Reichlin per tutta la vita non ha mai smesso di porsi nuove domande e di immaginare una nuova stagione del riformismo per l’Italia.
Riformismo la cui grande difficoltà, scrisse nel 2006, “non sta tanto nel mettere in campo un ceto politico moderno, efficiente e onesto. Sta soprattutto nel dotare le persone di nuove armi politiche e sociali capaci di contrastare la potenza delle oligarchie con poteri meno fragili di ciò che resta dei partiti, dei sindacati, della sovranità degli Stati nazionali”.
Lucido e profetico. Grazie Alfredo, ci manchi.

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