Aguscello
di Gian Ruggero Manzoni
Ieri, in moto, mi sono recato ad Aguscello, un piccolo paese di poco più di 500 anime posto nel comune di Ferrara. Là mi attendeva un amico interessato a certi luoghi, il quale, per un fattore di sue paure (di derivazione infantile), mi aveva domandato di accompagnarlo in una visita oltremodo particolare, cioè entro la villa che fu della signora Amelia Guerra (di famiglia di agrari), poi ceduta alla Croce Rossa Italiana dopo il Primo Conflitto Mondiale, quindi, gestita da suore, divenuta “manicomio” infantile (o “istituto pedagogico per giovani malati di mente”) attivo fino agli inizi degli anni ’70, oggi abbandonato al suo “infausto” destino. Entro quella struttura dimorarono fino a trenta giovani pazienti (definiti “difficili”) al di sotto dei tredici anni di età, per lo più poi dimenticati dalle famiglie di origine. In breve tempo l’edificio venne abbandonato nel 1972 e ancora non si sa dove siano finite le suore che vi lavoravano e dove furono destinati i bambini in esso ricoverati. Significativa la storia, fra le tante non simpatiche successe fra quelle mura, che vide il dodicenne Filippo Erni il quale, finita da poco la Seconda Guerra Mondiale, una notte uccise a coltellate tre suoi compagni di sventura, quindi, chiuso dalle suore in una stanzetta all’ultimo piano, in attesa delle forze dell’ordine e degli inquirenti, si diede morte gettandosi da una strettissima finestrella. Da notare che i giovani pazienti venivano “curati”, come poi succedeva a quei tempi, tramite elettroshock, immersioni in acqua fredda, fino a giungere alla lobotomizzazione riguardante i casi più gravi e violenti. In seguito, la villa, fu sede di satanisti e “randagi” vari, che usarono le varie stanze per fare di tutto, dalle Messe Nere alle sedute spiritiche a strani riti di iniziazione, giungendo da tutti gli angoli d’Italia. Io non ho mai temuto questi luoghi che si dicono maledetti o infestati da presenze, ecco il perché in certi casi mi si chiama al fine di accompagnare chi, invece, particolarmente sensibile. Resta che, sebbene quel tanto di coraggio, l’edificio visitato ieri mi abbia non poco inquietato per le arie-atmosfere molto pesanti che vi ristagnano.
E con ciò un grande saluto a voi, amiche e amici … e sempre attenti a certi ricettacoli di energie definiamole: non buone …




