Accadono cose raccapriccianti
di Helena Janeczek
Ho letto lo status di Donatella di Cesare non potendo credere ai miei occhi. Sostiene che le notizie più eclatanti sui crimini commessi dai russi sono delle bufale create dalla propaganda ucraina. Potrei smentirla citando varie fonti di verifica autorevoli, ma non è questo di cui voglio parlare.
Mi chiedo come sia possibile scrivere una cosa simile senza tenere conto di poter essere letta anche da chi ha delle persone care sotto le bombe. Il bellicismo tipicamente non si cura delle vite in campo, il pacifismo non dovrebbe mai smettere di farlo.
Un discorso che disumanizza perché trova sbagliato che gli ucraini non si arrendano, non può essere un discorso a cui riesco a credere quando la stessa intellettuale parla di migranti – di “stranieri residenti” – o di rivolte che altrove ha appoggiato. E mi addolora terribilmente.
Non è indispensabile che vada così, come dimostra lo scambio rispettoso tra Adriano Sofri e Lea Melandri. Nessuno ci obbliga a prendere la postura nemico/amico, a noi che non siamo sotto tiro.
Il problema è che invece questa aggressività polarizzata sembra ancora seguire le stesse dinamiche che purtroppo abbiamo visto durante la pandemia. Ci si sbraita addosso in quel modo autoreferenziale e sempre binario che i talk televisivi caricano al massimo, generando quegli shitstorm che sicuramente feriscono, ma non sono schegge di bombe o di artiglieria.
