25 aprile
di Federico Smidile
Il fiore del partigiano è il papavero. Lo stesso dei caduti durante la prima guerra mondiale. È un fiore che nasce facilmente, anche nei campi di battaglia. Ha un colore che evoca il sangue ma la sua vitalità dona speranza. I mille papaveri rossi di Faber. È un fiore libero e testardo. La primavera, quasi estate, scorsa mi trovavo nei pressi della Cristoforo Colombo, una via romana a scorrimento veloce, piena di automobili, smog, caos. Eppure sui marciapiedi, abbrancati a stenti giardinetti già riarsi e pieni di monnezza, c’erano loro: papaveri ostinati e vivi a dar colore al cemento. Sì il papavero è anche il fiore dell’oppio, dell’oblio. Ma lì è la mano umana a pervertirlo.
